Ovvero: come abbiamo portato in scena una rassegna operistica in pieno lockdown grazie al live streaming
È successo davvero e possiamo testimoniarlo: un festival d’opera può sopravvivere (e, anzi, godere di ottima salute) anche se “trapiantato” online. Vi raccontiamo la nostra esperienza con la Web TV del festival Donizetti Opera.
Lo scorso 24 settembre annunciavamo sui social che il festival Donizetti Opera di Bergamo, previsto per fine novembre, confermava il programma dell’edizione 2020. Con qualche modifica dovuta alle ultime norme di contenimento del Covid-19, ma comunque in presenza, e per di più nel Teatro Donizetti finalmente restaurato.
Esattamente un mese dopo, il 24 ottobre, veniva pubblicato un nuovo DPCM: i teatri avrebbero chiuso un’altra volta i battenti. La prima era fissata per appena tre settimane dopo.
Il team di Cultura e Digitale stava già lavorando a una Web TV per il festival, perciò la decisione è stata naturale: il festival sarebbe andato in scena, ma in streaming.
Com’è andata ce lo hanno detto i numeri (e ve lo racconteremo nelle prossime righe).
- Il festival Donizetti Opera 2020 fra streaming e talk show
- Qualche dettaglio tecnico per gli appassionati di regia e streaming
- “Citofonare Gaetano”: un talk show in diretta per ricreare l’atmosfera del foyer
- I numeri del festival Donizetti Opera 2020
- Per concludere: una riflessione sugli spettatori paganti
Il festival Donizetti Opera 2020 fra streaming e talk show
Belisario – © Gianfranco Rota
Il programma diffuso il 24 settembre è rimasto sostanzialmente invariato, con tre titoli di Gaetano Donizetti: Marino Faliero, Le nozze in villa e Belisario. Ciascuna opera è stata trasmessa in live streaming nelle serate delle rispettive prime (il 20, 21 e 22 novembre) ed è tuttora disponibile per la visione on demand. A queste opere si è aggiunto il concerto GaetAMO Bergamo, presentato da Cristina Parodi e dal direttore artistico Francesco Micheli.
Tutto qui?
I contenuti speciali
Nell’ottica di arricchire il palinsesto – perché ormai di palinsesto si stava parlando – sono stati creati nuovi contenuti. Abbiamo ampliato la rubrica video #ParlaConGaetano (che aveva finora sempre viaggiato sui canali social) e Francesco Micheli ha registrato una speciale edizione del format divulgativo Donizetti Revolution, solitamente live, stavolta fruibile in streaming. Più legato al tema delicato della pandemia il contenuto speciale Dal dolore alla rinascita, che ha completato l’offerta della Web TV.
E quindi: come abbiamo trasferito tutto questo online? Come si restituisce in streaming l’emozione dell’opera dal vivo? Come si “costruisce”, all’atto pratico, una Web TV?
Vediamolo insieme.
Qualche dettaglio tecnico per gli appassionati di regia e streaming
Anche per il Donizetti Opera ci siamo affidati alla piattaforma Uscreen, già utilizzata per il Festival della Valle d’Itria, di cui abbiamo parlato più ampiamente in questo articolo.
Le riprese sono state eseguite da RAI (per Marino Faliero, andato in onda contemporaneamente anche su Rai5 e su Rai Radio 3) e Dynamic Opera and Classical Music (Belisario e Le nozze in villa).
Quando si registra un’opera la modalità non è la stessa di quando si gira un film. La ripresa avviene in un solo take: l’opera va in scena dall’inizio alla fine, con intervalli e cambi di scena, proprio come se ci fosse il pubblico in sala. Ovviamente ciò non vuol dire che la ripresa sia fissa: il risultato sarà comunque un montaggio di primi piani e inquadrature d’insieme.
In streaming funzionano poco le regie tradizionali, c’è bisogno di soluzioni più cinematografiche: su questo c’è molto da lavorare. Ci troviamo davanti a un territorio nuovo, tutto da esplorare.
– Andrea Compagnucci nell’intervista dell’8 gennaio 2021 per il Corriere della Sera
Dal momento che in sala non c’era pubblico tutte le scenografie sono state allestite in platea, mentre l’orchestra è stata sistemata sul palcoscenico.
Nelle serate di live streaming il service ha trasmesso contemporaneamente due diverse regie video: su un canale della Web TV andava in onda la registrazione dell’opera integrale, su un altro il talk show “Citofonare Gaetano” (di cui parleremo più avanti), che veniva trasmesso in diretta con periodiche pause per mostrare le scene salienti dello spettacolo.
Un altro aspetto in comune con un normale messa in scena a teatro è la presenza dei direttori di scena che dettano i tempi. In questo caso i direttori erano collegati con la regia e con i presentatori di “Citofonare Gaetano”, che avvertivano quando si avvicinava una scena dell’opera che sarebbe stata trasmessa in onda.
"Citofonare Gaetano": un talk show in diretta per ricreare l'atmosfera del foyer
Diego Passoni, Cristina Bugatty, Francesco Micheli e Alberto Mattioli – © Gianfranco Rota
La domanda che ci siamo posti, quando ci siamo trovati ad organizzare un festival interamente online, è stata: come si fa a restituire la dimensione sociale di una serata a teatro?
Un aspetto che in molti faticano ancora ad accettare, ma che noi abbiamo lottato per affermare, è che la Web TV non è un arido contenitore di video: è a tutti gli effetti un ambiente di aggregazione e come tale deve essere impostato. Non si tratta soltanto di assistere a uno spettacolo, ma di applaudire, fischiare, commentare. La missione era ricreare l’atmosfera tipica del teatro, quando si attende con ansia l’intervallo per incontrarsi nel foyer e scambiarsi le prime impressioni.
Per restituire quanto più calore possibile alle dirette streaming, nelle serate delle prime, abbiamo scelto due strumenti. Il primo è stato l’uso della live chat di Uscreen, con una stanza dedicata a ciascuna opera in onda. Gli utenti hanno così avuto la possibilità di esternare opinioni e informazioni, commentando insieme ciò che vedevano in diretta, proprio come se condividessero una grande platea. La partecipazione è stata entusiastica, con oltre 800 interventi soltanto durante la prima di Marino Faliero.
E poi c’è stato “Citofonare Gaetano“, il talk show in diretta dove a fare gli onori di casa era il Francesco Micheli. Con lui il giornalista Alberto Mattioli, dramaturg del festival Donizetti Opera, e due presentatori d’eccezione come Diego Passoni e Cristina Bugatty.
Il compito dei presentatori non si limitava a commentare l’opera in scena e svelarne le curiosità. C’è stato spazio per piccole performance, giochi in diretta e persino spuntini a tema: baccalà alla veneziana per Marino Faliero, cucina mediorientale per Belisario e una sontuosa torta nuziale per Le nozze in villa. La social media manager presente nello studio proponeva ai presentatori i commenti più interessanti della live chat come spunto di conversazione.
Non sono mancati gli ospiti, alcuni in carne e ossa, altri da remoto. Per Marino Faliero il cantante Michele Pertusi si è collegato dai camerini; durante la trasmissione delle Nozze in villa lo studio ha ospitato Elio e Rocco Tanica, mentre il direttore Enrico Melozzi si è collegato in videochiamata (i tre, in veste di compositori contemporanei, hanno eseguito il “rammendo” di un brano della partitura andato perduto).
Certamente è mancato l’odore del teatro, la sensazione al tatto del velluto delle poltrone, l’emozione delle luci che si abbassano in sala. Tutto il resto, in qualche modo, c’era.
I numeri del festival Donizetti Opera 2020
Marino Faliero – © Gianfranco Rota
Solitamente, quando si tratta di tirare le somme alla fine di un festival operistico, contiamo le presenze fisiche e il numero di biglietti venduti.
Ma quest’anno gli spettacoli del Donizetti Opera sono andati in scena in un teatro vuoto, per una platea virtuale e “diffusa”. I dati sono perciò molto diversi – e molto più interessanti – da quelli a cui siamo abituati.
Il festival ha totalizzato più di 11mila presenze. Questo, almeno, è il numero che ci restituiscono le statistiche di Uscreen: se si pensa che ad ogni abbonamento o biglietto corrispondono in media due persone che guardano dallo stesso terminale, le presenze reali sono, molto probabilmente, doppie. Le presenze a Bergamo nel 2019 erano state 10.293.
3.000 gli iscritti, di cui 2.200 abbonati a tutti i contenuti video, e 83 i giornalisti accreditati.
In totale, nel momento in cui scriviamo, la Web TV del Donizetti Opera ha raggiunto 82.874 minuti di visualizzazione (pari a 1.381 ore e a circa 58 giorni). Il record lo conquista la serata del 22 novembre, la prima de Le nozze in villa, con più di 9.000 minuti di visualizzazione. A queste presenze vanno aggiunte quelle su Rai5 (dove è andato in onda Marino Faliero la sera del 20 novembre) e Rai Play.
Le nozze in villa – © Gianfranco Rota
Se nel 2019 gli spettatori provenivano sì da 33 diversi Paesi, ma in ampia percentuale dalla Germania (o comunque dall’Europa), quest’anno il numero dei Paesi di provenienza è salito a 41, con presenze da USA, Giappone, Russia, Puerto Rico, Bolivia, Hong Kong, Paraguay, Israele, Australia, Sud Africa e Nicaragua. Fra gli spettatori anche qualche nome illustre: il caso più emblematico è stato il tenore Plácido Domingo, che ha acquistato un biglietto per Belisario (dove avrebbe dovuto ricoprire il ruolo principale) e inviato i suoi complimenti ai cantanti in scena.
Molti di coloro che avevano già acquistato un biglietto o un abbonamento hanno aderito alla campagna #iorinuncioalrimborso, donando al festival la cifra spesa e diventando così ufficialmente donors.
Va detto che molti abbonati hanno preferito convertire i propri titoli d’acquisto non in nuovo abbonamento alla Web TV, ma in un voucher per il 2021 (sperando in un’edizione in presenza). Certamente non è facile abituarsi all’idea di un teatro completamente diversa. D’altra parte, però, la dimensione digitale di questo Donizetti Opera 2020 ha avuto il merito di avvicinare un nuovo pubblico, prima distante per motivi geografici, sociali o generazionali. Quello che era nato come un problema si è trasformato in opportunità.
Per concludere: una riflessione sugli spettatori paganti
© Gianfranco Rota
Il tema forse più caldo del teatro in live streaming è quello del prezzo dei titoli.
Giusto: quanto costava un biglietto per il Donizetti Opera 2020?
L’abbonamento 59 euro, una sola opera 30 euro, il concerto di gala 20 euro. Nonostante i costi minori rispetto a un normale biglietto teatrale e nonostante con un solo abbonamento un’intera famiglia potesse assistere agli spettacoli, in molti hanno gridato alla follia.
Non siamo pienamente d’accordo.
Se consideriamo che il Metropolitan di New York per un titolo di Rossini con Juan Diego Florez chiedeva 6 dollari o il San Carlo di Napoli meno di due euro per il recital di Jonas Kaufmann, il risultato è stato qualcosa di clamoroso, e ci ha fatto capire varie questioni, oltre al fatto che quando offri qualcosa di unico e di qualitativamente alto non puoi farlo gratis.
– Andrea Compagnucci nell’intervista dell’8 gennaio 2021 per il Corriere della Sera
Se è così importante che i lavoratori dello spettacolo possano rimanere tali,
se non vogliamo svalutare la cultura in un momento storico così delicato,
se andare in scena ha un costo anche all’interno di un teatro vuoto,
allora davvero riteniamo giusto pagare poco o nulla per una performance di valore?
Lasciamo questa domanda come spunto di riflessione.