Si è iniziato da poco ad accostare i discorsi di marketing e teatro. Perché, se è universalmente riconosciuto che l’arte è (anche) comunicazione, più difficile è ammettere che gestire un teatro, uno spettacolo o una compagnia debba venire a patti con l’argomento “vendite”.
Eppure è proprio così che stanno le cose: il marketing è qualcosa che non si può totalmente ignorare, per chi gestisce un teatro. Anche se riempire la sala non è tutto – e, di certo, non è necessariamente indice di uno spettacolo di valore.
Il punto è che questi due mondi, teatro e marketing, faticano ancora ad incontrarsi. Perché? Recentemente, per provare a rispondere a questa domanda, il magazine Teatro Digitale ha intervistato l’autrice e regista Raffaella Conti. L’argomento è proprio il web marketing teatrale, con particolare accento sull’uso dei social media. Ecco cosa pensa la regista dell’utilizzo di questi mezzi di comunicazione.
Credo che i registi già affermati considerino la comunicazione online come un male necessario, possibilmente da scaricare sugli attori giovani e volenterosi che si avvicendano nelle produzioni. Questo accade perché il personale è ridotto all’osso. Bisognerebbe avere almeno una persona dedicata solo a questo lavoro, ma i gestori dei teatri non investono volentieri nella comunicazione online: c’è un certo scetticismo nei confronti del web. Negli ultimi anni ho notato che i teatri di Roma hanno fatto degli sforzi. Ma non è ancora sufficiente: la promozione sul web non è affatto facile da gestire, perché necessita di specifiche competenze.
Qualcosa sta cambiando, dunque, nel panorama teatrale italiano; ma ancora troppo lentamente e non in maniera organica. I professionisti del settore non scommettono sulla comunicazione online per ampliare il proprio pubblico. Rinunciando, di fatto, a raggiungere quelle nicchie di appassionati a cui la promozione tradizionale non riesce ad arrivare.
La domanda che possiamo farci è: da cosa deriva questo scetticismo? Perché si tende tanto a sottovalutare il web marketing per il teatro?
Web marketing e teatro: due universi a sé
Eppure web marketing e teatro hanno molti aspetti in comune. Alla base uno, facilmente intuibile: comunicare. Il teatro è considerato da molti come una passione di nicchia, eppure è nato come forma di intrattenimento popolare. Ceti sociali fra i più diversi si sono incontrati, nel corso dei secoli, tra palchi e platea. Si può fare teatro accontentandosi di parlare sempre allo stesso target, senza mai provare ad ampliarlo o a diversificarlo? Magari sì. Ma separare teatro e marketing equivale a sprecare enormi possibilità.
Le ultime statistiche fanno ben sperare: l’annuario 2016 della SIAE (il più recente finora pubblicato) fotografa un’Italia sempre più interessata allo spettacolo, all’Opera, al balletto. Gli ingressi sono saliti del 4,05% rispetto all’anno precedente; domanda e offerta sono cresciute di pari passo. Ma ciò non significa che non abbiamo bisogno della comunicazione online. Al contrario: se l’interesse del pubblico è cresciuto, allora è il momento giusto per ampliare il proprio target. Scommettendo sul digitale e, soprattutto, sui social media.
Ora: cosa accade quando si sceglie di unire web marketing e teatro? Quali sono i benefici di una comunicazione social? Ce lo dice ancora Raffaella Conti.
Adesso che anch’io sto cercando di approcciarmi a questo tipo di comunicazione, noto che molti spettacoli portati in scena da drammaturghi, registi e attori giovani (diciamo sotto i 40 anni) hanno una diffusione maggiore. Allargando l’ambito dei miei contatti sui social media sono venuta a conoscenza di spettacoli e rassegne che altrimenti non avrei mai scoperto.
Purtroppo, questa è una realtà ancora poco diffusa.
Troppi teatri puntano tutto sulle conoscenze personali dei componenti del cast, del regista e dell’autore. La fama funziona ovunque allo stesso modo, ma a teatro (perlomeno a Roma) si tende a scaricare il peso della parte promozionale su chi invece dovrebbe concentrarsi su altro, ovvero sulla parte attoriale e registica. Artisti anche molto bravi, ma che non hanno buone capacità relazionali, rischiano per questo di rimanere senza lavoro. Forse, se lo sforzo di adottare una strategia di web marketing tornasse sulle spalle di chi di dovere, qualcosa potrebbe cambiare.
L’importanza del social media marketing per il teatro
La comunicazione digitale, social media marketing incluso, ha un enorme vantaggio: puntare un riflettore sulla tua impresa culturale, allargando il bacino d’utenza. Il solo modo per vendere più biglietti, infatti, è oltrepassare i limiti del “solito” pubblico, facendo arrivare la propria attività – il proprio teatro, il proprio spettacolo, la propria compagnia – agli occhi di chi altrimenti non avrebbe la possibilità di conoscerli.
Ancora una volta, l’intervista di Raffaella Conti ci spiega perché il social media marketing serve al teatro per ottenere nuovi spettatori.
Sospetto che tutto questo rimanga un fatto di nicchia, una circolazione di notizie che raggiunge solo chi frequenta i teatri. Perché, forse, in Italia il teatro non è abbastanza considerato come una forma d’intrattenimento: alla fine sono sempre i soliti a scambiarsi informazioni. I teatri a Roma non utilizzano Facebook per farsi conoscere, per fare marketing degli spettacoli. Al massimo utilizzano le newsletter per pubblicizzare le stagioni, ma queste comunicazioni arrivano a chi va già a teatro e lascia il proprio indirizzo e-mail. Non si raggiunge mai un nuovo bacino d’utenza.
In conclusione: avere un piano di marketing, per un teatro, fa la differenza rispetto a non averlo. Ecco cosa dovremmo domandarci prima di iniziare:
- Qual è, attualmente, il mio target di riferimento? A quale tipo di persona mi rivolgo?
- Quali sono i suoi gusti, le sue abitudini, le sue preferenze?
- Voglio raggiungere una fetta di pubblico più ampia? Un target più giovane? Un raggio geografico più esteso?
- Cosa voglio ottenere con il social media marketing teatrale?
- Costruire un piano di comunicazione per il teatro mi aiuterà a vendere più biglietti?
Queste sono solo alcune delle domande che potremmo farci prima di impostare il nostro piano di marketing teatrale. Tenendo sempre conto che i social media sono uno spazio di dialogo, non un cartellone pubblicitario: su Facebook (e non solo) vince chi instaura un rapporto con i propri follower, interagisce con loro, risponde alle loro domande e rispetta la loro opinione. Anche quando questa è una recensione negativa (sì, succede).
Concludiamo con tre consigli su come gestire al meglio social media marketing e teatro:
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Facebook non è gratis. La visibilità organica delle pagine, dopo l’ultimo aggiornamento dell’algoritmo, è scesa sotto al 4%. Quindi: è essenziale, sì, avere dei buoni contenuti; ma se non investiamo in Facebook Ads saranno in pochi a vederli.
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Guarda, compra, scopri. Guarda il mio spettacolo, compra il mio biglietto, scopri la mia offerta. Le pagine dal taglio troppo pubblicitario hanno poco seguito (e non è difficile capire perché). Facciamoci sempre questa domanda: cosa offro ai miei follower? Che motivo hanno di seguire la mia pagina? Se condividiamo informazioni utili e contenuti di qualità, oltre ai soliti post con obiettivo transazionale, non rischieremo di annoiare i nostri utenti.
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Conosci il tuo background. Prima di immergerci in un determinato business dobbiamo necessariamente conoscerlo. Com’è andato il teatro in questi ultimi anni? Che spettacoli prediligono gli italiani? Le ricerche, le indagini e le statistiche da leggere non sono mai troppe. Il marketing teatrale è fatto anche di questo.